Antonio Possenti

Antonio Possenti - biografia e recensioni

Antonio Possenti e' nato a Lucca, l'11 gennaio 1933. Avviato agli studi classici, ha assai precocemente scoperto le qualita' espressive del disegno, secondando un'inclinazione al racconto favoloso che ha in seguito mantenuto, anche quando l'osservazione della "commedia umana" induceva piu' caustici umori. Al disegno satirico ha difatti dedicato un lungo impegno, succedendo addirittura a Mino Maccari sulle pagine del giornale "Il Mondo". Dopo il diploma di maturita', laureatosi a Pisa in Giurisprudenza, ha per un breve tempo esercitato la professione di avvocato e, piu' a lungo, quella di docente di materie giuridiche.

Autodidatta, giunto alla pittura dal disegno e dall'illustrazione, vi si e' consacrato stabilmente dal 1960. Da allora la sua e' stata una continua ascesa che l'ha portato oggi a punti molto alti nella graduatoria nazionale dei valori.
Fondamentali sono stati gli incontri con Chagall a Vence, intorno al 1958. Le altre occasioni formative sono state ideali ed elettive, frutto delle curiosita' intellettuali e della cultura letteraria e artistica che aveva respirato sin da bambino nella famiglia (il padre era preside di Liceo, la madre insegnante; il grande grecista Augusto Mancini era suo nonno), spaziando dalla classicita' greco-romana all'epoca moderna e contemporanea, e con una predilezione particolare per le esperienze di piu' vivace e coinvolgente taglio fantastico. Tra i poli della realta' quotidiana e della dilatazione immaginativa Possenti si e' mosso con un senso di civile comprensione e fervore inventivo, definendo in breve un mondo poetico e un linguaggio originali e aperti che hanno suscitato sino dagli esordi un diffuso interesse nella critica.

Sono state sempre piu' frequenti e qualificate le presenze in rassegne nazionali e internazionali e le esposizioni personali. Ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi ed e' presente in importanti collezioni pubbliche italiane e straniere.
Nel '72 e' stato segnalato, per il catalogo Bolaffi, da Dino Buzzati e nell'82 da Pier Carlo Santini. Ha vinto molti premi, alcuni fra i piu' importanti a livello nazionale ed internazionale, come il Premio "Fiorino" del 1975. Di prestigio le partecipazioni a rassegne italiane e straniere. Ha disegnato le vignette satiriche de "Il Mondo".

Ha viaggiato molto e ha conosciuto personaggi e culture, ma è ritornato sempre a Lucca dove ha vissuto e lavorato nel suo studio nel cuore della citta': un luogo magico che raccoglie come in un'immensa valigia le testimonianze delle sue "escursioni" nel mondo, come facevano gli antichi mercanti lucchesi che furono argomento della sua tesi di laurea, negli anni eroici giovanili.
E' deceduto a Lucca il 28/07/2016.




(...) sembra che Possenti si rifaccia dal suo stesso nichilismo larvale e guizzante, da velature di agghiaccianti chiffons salvati dalle mitiche spazzature che arano la terra, nel cercare e nel dar senso a qualcosa, ai feticci della credulita', ai relitti delle paure e degli incanti. Le sue ambizioni sono molte, tali che i mezzi e la stessa chiarezza del volere o del subire non gli bastano. Ma ne esula una protesta, insieme reazionaria e insorgente, qual e' d'ogni protesta d'oggi, che si ispira a alte eredita' di vittimismo e di sconfitta contro le facili vittorie plaudenti, contro i poteri e le persecuzioni dell'ottimismo, di cui il nostro tempo vive, decorandosi con le proprie offese. Possenti ci avverte che le molle del poter ridere di noi, per riavere lo scatto, hanno da consumare almeno tutta la propria ruggine, questo calore indelebile e volgare, avvinazzato del sangue.
Ugualmente incancellabile, la gessosa fissita' delle larve che dai Nabis a Bacon s'intonacano col rosa violetto delle ciprie dirute dai muri. Direi in conclusione che Possenti, per identificarsi con tutto il pittore che puo' essere (e forse per altro ancora che sia nel "meno" del suo "piu'") deve portare gli ultimi giochi nei piccoli cimiteri sconsacrati dai cantieri, incidere i segni sulle porte delle carceri, in attesa che cantino i fiumi e che il cielo torni ad avere nome, senso e speranza da questa terra. Ora come ora, siamo tutti, noi e lui, tra i denti degli scheletri: i nostri devoti lumini accesi davanti al "nero" di Goya.

(Dalla presentazione al catalogo, pers. alla galleria Santacroce, Firenze, 1970).
Alfonso Gatto



Le serre e i giardini d'inverno hanno una luce speciale; anche per questo nelle serre, e parzialmente anche nei giardini d'inverno, quando non c'e' il padrone, succedono cose molto strane, molto strani personaggi (come gnometti, elfini e silfi). Bene. Antonio Possenti ha trasferito questi "happenings" dal chiuso all'aperto, mobilitando una fauna eteroclita di uccelli e pesci mai visti, oltre a spiridioni, gesirchi, lipidarisi e altri mostricini. Gli uccelli, specialmente, si introducono dovunque, perfino nella camera da letto, spalancando con il becco la finestra benche' fuori ci sia la neve e un freddo cane, e appollaiandosi sulla testa del pittore sbalordito. Nella scheda biografica del catalogo sono citati i nomi di Kafka, Brueghel, Bosch, i Nabis, Chagall. Se ha attinto da costoro, Possenti lo ha fatto con molta discrezione, in modo che non ci se ne accorge. Questi racconti e raccontini stregati sono nuovi, per nulla fastidiosi nonostante la bizzarria delle situazioni, grazie alla pittura preziosa e sottile, fluida, trasparente, vegetale (ecco l'aria delle serre); grazie anche a un sentimento di favola buona che esclude perfidie e crudelta'. Da tempo non si incontrava un pittore fantastico cosi' originale e aristocratico.

(Dino Buzzati, A.P; Corriere della Sera, Milano, 6 dic.1970)
Dino Buzzati



Non e' certo difficile far nomi di maestri d'ogni tempo, davanti alle opere di Antonio Possenti. Tutti quelli possibili sono stati fatti, tranne forse quello dell'Arcimboldi, pur di alludere agli antefatti, di stabilire una consanguineita' rivelatrice del mistero che si cela sempre dietro le invenzioni dei pittori della sua specie. Anche il nome di Giuseppe Viviani si potrebbe pronunciare tra gli altri da Bosch a Ensor a Chagall che fa comodo evocare per liberarsi del problema che pone il Possenti e quasi per esorcizzare le sue immagini, per collocarle dentro un modo di raccontare antico e nuovo ma in fondo conosciuto, per impaginarle, cioe' per rinchiuderle in una formula e non lasciarle in giro, a turbare i nostri sonni, a stravolgere i passi d'una veglia che e' sempre piu' dormiveglia, incantamento, fuga e vano tentativo di scampo a quel nulla o a quel tutto che e' la vita. Perche' e' la vita che Possenti tenta di rappresentare nelle sue favole pittoriche, la vita con le continue allucinazioni d'una realta' piu' labile e incerta d'ogni invenzione. Per cui il rovescio dell'apparenza, lo spostamento delle linee e l'alterazione delle forme, la caricatura di cio' che viene definito bellezza e ordine conseguita attraverso un personale alfabeto di segni e di simboli, puo' finire con l'aprirci la strada a qualche probabile vero, a una figura approssimativa, ricavata nel magma della materia vivente. Si potrebbe pensare che il mezzo per queste scoperte non e' la figura, per alterata o deformata che sia, ma la forma astratta, il geroglifico, la macchia, il punto, la superficie o altra riduzione essenziale. Ma il Possenti astrae ben piu' efficacemente dal "vero", chiamando a raccolta tutte le cose, gli animali e le piante che popolano la mente dell'uomo ed associandole, componendole, tra colore e disegno, in modo da suscitare il sogno, l'incubo preparatorio di un "risveglio" che non sara' semplice liberazione dallo stato onirico, ma un vero e proprio passaggio a un grado diverso di conoscenza. L'operazione di Antonio Possenti non e' approssimativa e neppure blandamente favolistica e quindi esornativa, ma perentoria e direi quasi preordinata come puo' esserlo un sistema di idee. E', in termini piu' semplici, un tentativo per spiegare, o almeno per esemplificare, l'assurdita' dell'esistenza.

(Presentazione al catalogo, pers. alla galleria Della Piazza, Varese, 1974)
Piero Chiara



Tutta una scenografia fantasiosa si dispiega imprevedibilmente di fronte a chi guarda, stupefacente, moltiplicata, inattesa. Si genera, questa, per aggiunzioni, interpolazioni, commistioni di motivi, come dicevo, senza che se ne possa prevedere a priori l'andamento o lo sviluppo. Non c'e' mai un disegno programmato, un progetto, non ci sono mai premesse e conseguenze, cause ed effetti, contiguita' o dissociazioni prestabilite. Su un canovaccio di base, che originariamente puo' essere ancora rudimentale e schematico, si vanno gradualmente prospettando, tramando e individuando soluzioni prima di massima e poi sempre piu' di dettaglio, che tutte insieme si costituiscono in racconto, come sequenza di suscitazioni e di eventi avvicinati per connessioni fantastiche. Gli esempi si trovano ad ogni pie' sospinto, sia che vogliano cogliere episodi salienti sul piano narrativo, centrati su una vicenda dominante, sia che si preferisca una piu' analitica, puntuale e minuziosa ispezione della materia figurale. E per questa via sara' sempre difficile fermarsi quanto facile trascorrere di ramo in ramo, passando dal palese all'occulto, dall'evidente al misterioso, dall'ambiguo all'univoco, dal possibile all'improbabile, dal plausibile all'assurdo: e chi piu' ne ha piu' ne metta in questa casistica che non sembra mai chiudersi e concludersi. Uomini che si rincorrono, cavalli che galoppano, balene che emergono come isole dal mare, bastimenti che lasciano scie di fumo, stanze che si schiudono su alberi in fiore e virgulti teneri e germoglianti, castelli arroccati e nubi tempestose, farfalle, uccelli e fiori iridescenti possono solo fornire un'idea approssimativa di quanto Antonio Possenti sa cavare dalla valigia delle sue memorie e dei suoi sogni.

Pier Carlo Santini, 1993


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