Michele Lovi

Michele Lovi - Recensioni


"Ogni pittore ha il suo percorso. Non solo in riferimento al fatto se sia autodidatta o meno. Mi riferisco piuttosto al percorso espressivo, di linguaggio. Cioè, si parte in una maniera e si prosegue in un’altra. Quello che per un certo periodo sembra insostituibile, ad un certo punto si trasforma e viene sostituito da qualcosa che appare distante mille miglia. Ma non è così distante. Le esperienze acquisite, il linguaggio trovato, la manualità stessa, rimangono patrimonio dell’artista e se, apparentemente, sembra
che nel nuovo stile, chiamiamolo così, non ci sia niente del precedente, questo è errato. Non è certo evidente la capacità acquisita di scavare nei soggetti per trarne l’essenza, oppure la possibilità di raccontare senza descrivere, di far rivivere senza ossessionare. Tutto questo non appare ma c’è. E c’è per le acquisizioni fatte dall’artista nella sua lunga esperienza. Niente va perso ma semmai si accumula per essere mano a mano ripreso a seconda delle esigenze espressive.
Tutto questo ci viene in mente facendo un breve excursus sulle opere di Michele Lovi, dagli inizi sino ad oggi. Ma soprattutto da quel periodo informale così fertile e così vivo. Le creazioni dell’artista lucchese non erano infatti tentativi di approccio con un linguaggio che poteva anche apparire difficile da penetrare, ma risultavano opere compiute che creavano e portavano avanti un discorso che il Lovi sentiva bene dentro di sé, solidificato da anni, e che veniva ad esprimerlo con un sostanziale stravolgimento degli schemi classici. Un periodo dunque fertile tanto come produzione che come arricchimento della personalità.
Da lì Michele Lovi partì per iniziare un nuovo discorso che, comunque, si arricchiva decisamente delle esperienze e dei toni espressivi della precedente stagione. In una parola, il pittore lucchese tornava al figurativo e lo faceva non tanto nel senso di riproduzione della realtà, ma sviluppando il dato fantasioso, fabulistico, mnemonico e onirico. Se precedentemente, nelle opere informali, il racconto era solo dato dall’interpretazione dei dati materici e dalla loro composizione, quindi un racconto soggetto alle varie interpretazioni, qua si fa chiaro e ben decifrabile. Sia esso dato dalla storia inserita (spesso storia collegata a favole oppure a fantasie "storiche" della città di Lucca) o da quella che viene fuori da figure portate ai limiti dell’astratto, il racconto in Michele Lovi assume una sua caratteristica peculiare. Il quadro quindi diventa leggibile in toto, ma anche nei particolari. Le figure, che si visualizzano più per stesure di colore uniformi che per la grafia pure singolare, sono personaggi di un mondo che l’artista visita a suo piacimento reinterpretando situazioni vissute con indubbio gusto e dando ad esse una "griffe" che sicuramente lo fa riconoscere immediatamente. E questo è uno dei pregi del Lovi. Gli altri stanno tutti nella piacevolezza delle opere, nella loro leggibilità, nelle storie che ci racconta facendoci sognare come di fronte a una favola, nel singolare particolareggiato cromatismo che non ammazza mai la veduta d’assieme.
Ma se il nuovo "modo" ha una sua piacevolezza, non ha forse la sostanza dell’informale. Nel senso che il pittore, appagato dai colori a campiture decise, sente di nuovo il bisogno di palpare la materia, di sentirla cosa viva, di assecondarla nella sua utilità. Ecco che la fusione della pittura al collage porta il Lovi ad una nuova elaborazione del suo discorso e di conseguenza ad un suo arricchimento espressivo. E’ quello che avviene nella ultimissima sua valida produzione."
Mario Rocchi



"Espressore di segno colto l'artista lucchese Michele Lovi si spinge oltre i territori dell'immagine codificata nello specchio del realismo per giungere a narrative simbolistiche ispirate alle tradizioni naif-popolari e mitologiche da cui sovente attinge per mettere su tela le sue favole per adulti, e non, di grande suggestione. Cadenza creativa molto pensata, naturalmente. Si porta sovente, in questi ultimi anni, su percorsi astratto-materici, agli antipodi, a volte, dei suoi arcaici scenari….."
Donat Conenna



" Ogni artista ha un ambito suo personale che, spesso, trova dopo lungo travaglio interiore. Si potrebbe pensare che la bravura consiste a riprodurre il bello o il proprio ideale mentale. Ma la bravura non è arte, la riproduzione è plagio e il bello non esiste. E' solo una parola comoda per esprimere una qualunque soddisfazione; o se si vuole trarne un significato, bisogna penetrare la sfera intima della personalità, dove si sviluppa I'opera. La psicoanalisi, ci sarebbe di poco aiuto, facendo scoprire perché tale o tal'altra opera, o movimento, o colore, o forma sono nate... Ma I'arte da dove viene? Michele Lovi è un artista ormai affermato che anche nella sua migliore produzione non si scosta mai dalla rappresentazione della quotidianità, pure incantandola: informale, collages, quasi formale, naiivo-surrealista; il colore dominante è... scuro o "serio"?
La forma slanciata, la scelta degli oggetti, le prospettive adottate smentiscono subito la prima impressione; siamo trasportati piu sicuramente nella dimensione del sogno, avvertiamo un colpo d'ala verso I'assoluto.
Le composizioni di Lovi sono molto elaborate; si snodano spesso in un vortice di colori, in un subconscio nutrito di favole antiche, rielaborate dalla fantasia e dalla calma dell'età matura. Nella diversità dei metodi, forse piu che dei periodi del percorso artistico del nostro, avverto sempre, come se si volesse metterli in risalto, momenti precisi d'esperienza della materia; una materia che è esperienza di vita e sicuramente creatrice di sogni. In questo movimento a spirale materia-vissuto- sogno, forse penetreremo meglio il mondo dell'artista: dai paesaggi intimi, ridotti all'essenziale, fino alle sue favole lucchesi, e stabiliremo questo dialogo segreto tra sensibilità diverse che sigilla la squisita concretezza dell'arte nella vita di ogni uomo."
Francis Jacques Mathieu



" L'attività pittorica di Michele Lovi ha avuto inizio nel 1968, quando, ancor giovanissimo, egli intraprendeva una ricerca nella quale il dato oggettivo aveva la prevalenza, pur con le necessarie modifiche dettate da un'inquieta sensibilità trasfigurante. Lovi poneva cosi le basi per una evoluzione che si è definita nel tempo attraverso un rigoroso studio di forme ed espressioni contemporanee, fino ad arrivare all'attuale fase operativa, nella quale fonde echi metafisici e surreali in originali visioni. In queste articola, con fervida intuizione, validi contenuti, che a volte propongono suggestive invenzioni fantastiche, talora evocano realtà di taglio drammatico, ma senza forzature angosciose, perché lo stile di Lovi rimane limpidamente ancorato ad una serena espressività, che trova nel colore toni e gradazioni atti a rivelare ineffabili magie creative. "
Roberto Pedicaro



"Michele Lovi espone in palazzo Sani (via Fillungo) fino a oggi con la sua Personale intitolata «Draghi, leggende e miracoli» e si conferma pittore fantasioso e di ottimo mestiere. Si possono cercare e trovare riferimenti alla pittura surrealista o a Mirò, ma si rischia con un’operazione di questo tipo di stringere troppo il campo. Lovi lavora di fantasia e la favola è il terreno dal quale raccoglie i suoi frutti. Le sue graziose figurine, rotte dalla scomposizione in triangoli, i velieri, le bandiere e i draghi gli uccelli e i pesci, i pavoni e i serpenti, sono i protagonisti inventati di paesaggi e scene fantastiche nelle quali non manca la citazione rielaborata dalla favolistica classica (Pinocchio compare in più di un lavoro). Questi quadri figurerebbero molto bene come illustrazioni non banalmente descrittive di libri per bambini. Persino le cornici quasi sempre color celestino o appena rosate rimandano alla tenerezza dell'infanzia. Il rischio è, come spesso accade anche ai migliori, di prenderci troppo gusto, di npetersi in una serie infinita se pur sempre gradevole di opere un po uguali a se stesse. Deve aver percepito questo rischio anche l'artista se ha presentato, in mezzo agli altri un quadro diverso, che appare, nel contesto, abbastanza spermentale. Il tema è lo stesso. Guerrieri in armatura antica combattono, ma il campo ha lasciato gli azzurri e la gamma dei rossi, e li ha sostituiti con le terre e i grigi impreziositi da trame di tessuto. Questa opera resta nelle corde poetiche di Lovi e sembra aprirsi a nuovi percorsi. "
(da Il Tirreno - Settembre 1997 - L.d.p.)



"Nella sala dell'Ascom a Palazzo Sani è aperta da alcuni giorni la personale del pittore lucchese Michele Lovi. Si tratta di una mostra che raccoglie una serie di quadri che può essere divisa in due settori: quello della pittura per così dire informale, di qualche anno fa, e quello della pittura surreal- metafisica, di ora. E' un raffronto che forse il pittore ha voluto non tanto per far risaltare la differenza che esiste fra i due stili, ma forse per far notare l’attinenza narrativa, cioè per dimostrare che il racconto continua. Quello stesso che nella prima fase si svolgeva assecondato dal più diparati materiali, oggi prende corpo in una miriade di figurazioni variopinte, stagliate, meticolosamente costruite. La stessa meticolosità che il pittore metteva nel deporre colori e materiali sulla tavola, oggi la usa amplificata ma anche più raffreddata. I colori sono vivaci e brillanti e le figurazioni grafiche ri cordano certe storie che ci riportano all'infanzia mentre il tutto è stato puntigliosamente preparato per farci dire racconti che a volte hanno significati troppo grandi. "
(da La Nazione - Settembre 1997 - Mario Rocchi)



"Si è chiusa nella sala dell'Ascom a Palazzo Sani, la personale del pittore lucchese Michele Lovi. Una mostra interessante soprattutto perché fa il punto sulla produzione di un artista che in questi ultimi anni è passato da varie esperienze per approdare ad uno stile che sta fra l'immaginifico, l'ironico e il fabulistico. Il Lovi questa volta ha anche affondato il suo interesse su Lucca e la sua storia, un soggetto assai sentito e che ha dato possibilità al pittore di mettere insieme i suoi ritornanti simboli con l'iconografia sacra e profana della sua città. Ma non ci sono solo i quadri ispirati da Lucca, anzi, la gran parte sono Opere che si rifanno a favole od a situazioni fantastiche in cui la fantasia spazia, rinnova e ricostruisce. Il discorso del pittore non è carico di semplicismo ma semmai lascia adito ad una più approfondita ricerca di significati che vengono fuori da un accurato (e forse troppo minuzioso) lavoro grafico e da una tavolozza sobria ma varia. Una pittura dunque piacevole e leggibile, senza troppi vincoli cerebrali. "
(da La Nazione 1995 - Mario Rocchi)



Logo

Copyright ©1996-2009 @nfiteatro All Rights Reserved
Michele Lovi

Galleria d'Arte